Il MIO RITORNO IN LIBANO
Dal giorno del nostro rientro in Italia, ogni giorno ci scambiamo con gli amici libanesi delle mail, nelle quali ricordiamo, con nostalgia, i bellissimi momenti trascorsi insieme.
Stavo appunto rispondendo ad una mail della dolce e romantica Rita, nella quale mi chiedeva: “quando ritornerai?” …quando “il mio simpatico Maggiordomo notificatore” mi annuncia:
“C’è posta per lei, signora!”
Vado alla casella di posta in arrivo e … piena di stupore leggo, l’invito di Francoise e Jesus Ibanez, ad essere presente in Libano il 13 settembre, per l’ inaugurazione e benedizione ufficiale, della Croce di tutti i Popoli: la Croce più alta del mondo!
Interrompo la mia mail di risposta a Rita, annunciandole però, una sorpresa…. che avrei svelato più tardi.
Sorpresa delle sorprese!
Non erano passati che pochi giorni dal nostro rientro in Italia, e… mi trovai per un attimo in sospeso. Ripasso mentalmente il mio programma per i giorni a venire… e si, posso ripartire.
Come posso dire di no ad un Privilegio tanto grande, che lo Spirito Santo mi ha riservato?
Ma, bisogna fare presto per i voli. Per la seconda volta, mollo tutto e corro in agenzia.
Questa volta partirà con me solo Olivier, Fabrice ha altri impegni che non può lasciare.
Ritrovarci, dopo appena tre settimane dal nostro primo viaggio, è veramente un Dono inaspettato di Dio!
9 settembre 2010
Partiamo ancora da Milano, ma questa volta il viaggio sarà più lungo: è previsto uno scalo a Istambul.
Arriviamo in prima serata a Beirut, stanchi, ma pieni di gioia.
Ritroviamo all’aeroporto solo Marie Joie e Rita. Eduard e Richard, stanno lavorando e ci raggiungeranno solo più tardi; Francoise e Jesus Ibanez, stanno seguendo gli ultimissimi lavori sul monte Sannine, affinché tutto sia pronto per la festa della Benedizione della Croce.
10 settembre 2010
Marie Joie, nuovamente ci ospita nella sua casa e rimette a totale nostra disposizione, i suoi ultimi giorni di vacanza dal lavoro.
Benché, questo secondo viaggio, sia quasi esclusivamente in preparazione della Benedizione della Croce di tutti i Popoli, sia Olivier che io, manifestiamo il desiderio di tornare al convento di Annaya, per visitare ancora la tomba di San Charbel, pregare, e chiedere la sua intercessione, per tante persone che dalla Francia, dall’ Italia e anche dalla Spagna e dall’ Australia, hanno espresso questo desiderio… e anche per poter ricevere ancora qualche confezione di olio benedetto, con l’ incenso e un pezzetto di tessuto, provenienti dalla tomba benedetta del Santo, da portare a tante persone bisognose o ammalate.
L’emozione nel tornare nel Convento, mi invita a ringraziare ancora il Signore, per questa Grazia eccezionale.
Più tardi, ci dirigiamo verso il monte Sannine, dove la grande Croce, ormai svetta in tutta la sua imponenza, slanciata verso un cielo azzurro.
C’è un via vai di operai, tecnici delle luci e ingegneri, della stessa società che studiò il progetto di illuminazione della Torre Eifell in Francia, realizzata con leds speciali, oltre ad un sistema Laser che permetterà alla Croce, di essere visibile a chilometri di distanza. Un equipe di uomini, che sale e scende dal “paniere”, il quale va e viene come un ascensore provvisorio, dalla base alle braccia della Croce, fino al punto più alto.
Ho portato con me, un omaggio alla Grande Croce, per sigillare questo progetto del Cielo, in unità con tutto ciò che il Signore rivelò al mio cuore, riguardo alla Promessa della sua Croce Gloriosa. Sono due ceramiche, rappresentanti, una la Croce Gloriosa, che si apre, come un varco sulle tenebre del mondo; e la seconda che rappresenta il Trionfo di Maria, così come furono dipinte su ispirazione dello Spirito Santo.
Subito vengono accolte da Francoise e Jesus Ibanez e più tardi, dal Padre Farid, che dà disposizioni per la loro collocazione. Così, sul muro ad anfiteatro, che fa da sfondo alla Croce, proprio al centro della Croce, sono state collocate le due ceramiche: un legame personale e perenne di questo progetto, che mi unisce ormai a questa terra tanto amata da Gesù e Maria, ma fino a poco fa, a me sconosciuta.
Torneremo domani, per seguire gli ultimi sviluppi dei lavori.
Intanto, la piccola Cappella di San Giuseppe, rimessa totalmente a nuovo, ospita la prima cerimonia per il Battesimo di un bimbo… in tutti i sensi è una nuova nascita!
11 settembre 2011
Oggi, in Beirut, prima di salire al monte Sannite, abbiamo visitato i luoghi di un altro Beato: Abouna Yaacoub El-Addad, e apprendiamo con sorpresa, quanto questo Uomo di Dio, sia stato profeticamente, già in vita, unito a questo grande evento: La Croce di tutti i Popoli!
Fin dall'inizio, la realizzazione della Croce è stata accompagnata da Segni, che mostrano che stiamo assistendo, ad un vero e proprio Progetto del Cielo.
Cominciò materialmente la realizzazione della costruzione della Croce, nel 2008, anno della Beatificazione del Venerabile ABOUNA YAACOUB El-HADDAD, il cui l'ideale era:
“Alzare una Croce gigantesca su una collina del Libano”, che sarebbe diventato un luogo di assembramento, nello spirito di uno dei suoi motti, dove diceva:
"Siamo simili alla sorgente che non chiede all'assetato, dimmi di quale paese sei, prima che io ti dia da bere."
Dunque, l'intuizione del Santo Jacques, al secolo, ABOUNA YAACOUB El-HADDAD, circa la Croce in Libano, si iscrive nello spirito del sito dell’ Associazione: “Terre de Dieu” il cui contenuto, pubblicato parecchi anni fa, si rivela interamente profetico:
“Una Sola Sorgente: Dio! Per dissetare, senza distinzione, tutti i Suoi figli!”
Dunque, cominciò la realizzazione della Croce, con un nuovo futuro santo del Libano del 21° secolo, nel 2008, anno della beatificazione di ABOUNA YAACOUB El-HADDAD.
I 73,80 metri di altezza, sono stati raggiunti il 27 giugno 2010, il giorno stesso della beatificazione, di un altro nuovo beato del Libano, frère Estéphane: questo uomo di preghiera dell'Ordine Libanese Maronita, “discepolo della sua terra ", questa terra che era per lui “scuola di santità e sorgente di spiritualità". Tutta la sua vita si può definire un grande atto di amore, un dono totale di tutto il suo essere a Dio ed un pellegrinaggio ininterrotto verso il cielo, nella consapevolezza della presenza costante del Signore in ogni istante della sua vita, che riassumeva ripetendo spesso: “Dio mi vede!”
Sarà terminata, questo anno 2010, la realizzazione della Croce di tutti i Popoli, accolta dalla Chiesa Maronita, in vista del Giubileo del 1600° Anniversario di San Marone, il loro fondatore.
Le braccia della Croce, sono state terminate l’11 luglio festa di San Benedetto, e del Santo Padre Benedetto XVI°.
San Benedetto, la cui Croce, misura 7.38 cm, è stata riconosciuta da due Papi, come la Croce dell’esorcismo familiare. La Croce di tutti i Popoli, di 73,80 metri, è dunque quella dell'esorcismo mondiale, quella della grande Famiglia Umana come voluta da Dio ...
Il 16 luglio 2010, è stato posato, l'ultimo bullone nella Struttura della grande Croce, per la festa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo.
E’ stato portato l'invito per la Benedizione della Croce, al Santo Padre Benedetto XVI°, Domenica 25 luglio 2010, ed il messaggio rilasciato per l'Angelus a Castel Gandolfo, , è quello della Croce di tutti i Popoli.
Il Santo Padre ci ha ricordato: Il vangelo di questa domenica ci presenta Gesù raccolto in preghiera, un poco lontano dai suoi discepoli. Quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli chiese: "Signore, insegnaci a pregare", Lc 11, 1. Gesù non fece nessuna obiezione, non parlò di formule strane, ma con una grande semplicità, dichiarò: "Quando pregate, dite: "Padre Nostro"... ! ".
Conviene anche dire che il 25 marzo 2010, giorno dell'Annunciazione, è diventata Giornata di Unità Islamo-Cristiana, in questo paese, dove a causa delle ferite inter-comunitarie e inter-confessionali, che hanno fatto tanto male e sono sempre presenti, ciò era razionalmente impensabile!
La Croce di tutti i Popoli è un Evento senza precedenti, unico al mondo, dalla notte dei tempi, tanto per le sue dimensioni che per la sua portata spirituale, perché, per la prima volta nella storia dell'umanità è stato eretto il Segno dei segni, alla Gloria di Dio Padre, dunque quello della riunione di tutti gli uomini, al di là delle culture e delle religioni:
“Un solo Dio, Un solo Padre, Un solo Popolo, il Popolo di Dio! “
Riconoscendo il Padre Nostro, Dio Amore, ci si riconosce nella nostra vera identità di Figli e Figlie di Dio e nella nostra vera Fraternità, al di là e nel cuore stesso, dell'immensa diversità della Famiglia Umana, come generata e voluta da Dio.
12 settembre 2010
Saliamo al monte Sannine a pomeriggio inoltrato, poiché, non possiamo attendere domani, per vedere la Croce illuminata.
Quando si fa notte, tutti i lavoratori, finalmente si fermano.
Si fa uno spuntino insieme, con il tipico pane arabo, ripieno di cose buone ed un brindisi, ma con gli occhi rivolti alla Croce, per gustare in anteprima l’emozione; mentre gli addetti, fanno una ultima ulteriore verifica.
Quando le luci si accendono, è un allegro battimani e l’emozione è indescrivibile!
Poi, con le auto, ci allontaniamo, per vedere dal basso, dai vari villaggi, le luci multicolori, che accendono la grande Croce, ora di blu, ora di verde, ora di viola, ecc. tutti i colori dell’ arcobaleno. E poi…, una esplosione di luci oro e argento …
Questa sera non scenderemo dal monte Sannite, ma, tutti dormiremo in un albergo che da tempo sorge, proprio di fronte alla Croce, illuminata ancora…
Il Cielo, pensa veramente a tutto! I pellegrini che saliranno alla Croce, troveranno anche riparo spirituale e corporale!
Nelle nostre camere, le luci multicolori della Croce più alta del Mondo, ci raggiungono e accompagnano in una notte fresca e serena, in un sonno beato, del nostro spirito riconoscente a Dio!
13 settembre 2010
…l’ emozione più grande ci attende la sera del 13 settembre.
Saliamo al monte Sannine, verso le 17 del pomeriggio. E’ una bella giornata, il cielo sereno e il sole è ancora all’orizzonte. Le strade che salgono alla Croce, sono già un brulicare di persone che a gruppetti camminano spedite e gruppi di ragazzi, con i loro animatori e Sacerdoti, che si organizzano con stendardi e la Croce, per la salita in processione .. Lungo i lati delle strade sono preparati dei lumini dentro piccoli sacchetti di carta colorata, che più tardi saranno accesi. E, allo stesso tempo molte persone, già tengono dei ceri fra le mani.
Intorno e dentro la base della Croce, è giunta molta folla: ci sono Cristiani, Ortodossi, Mussulmani e appartenenti ad altre religioni.
Il coro polifonico nazionale, già sta provando i canti e la musica si diffonde nell’aria fresca della montagna.
L’altare, grande, di lato alla Croce, sotto un grande braccio della Croce, è stato preparato con tutte le cure, la tovaglia candida e i fiori più belli.
I molti Sacerdoti si stanno preparando per la celebrazione della Santa Messa.
Il “paniere” che tramite la gru è servito agli operai, per i tanti lavori di costruzione, montaggio, illuminazione, ecc. nelle parti più alte della Croce, ora ospita i vari giornalisti che sono giunti da varie parti del Libano e, anche dall’ Italia con RAI 1, per la trasmissione: “A Sua Immagine”:
C’è veramente nell’aria un senso di attesa… di un avvenimento grande, unico, mondiale, che rimarrà per sempre, ad annunciare che Gesù è Vivo in mezzo a noi, con la Sua Immensa ed Eterna Maestà, che questa Croce, la Croce più alta del mondo: la “Croce di tutti i Popoli” simboleggia in modo sublime.
Il mio sguardo si perde intorno, sulla moltitudine che sale sempre più numerosa, man mano che il sole inizia a tramontare e la Croce inizia a pulsare di luci multicolori…
Poi si accendono i ceri fra le mani dei partecipanti e ai bordi delle strade.
Il mio cuore rivive ora, concretamente, una immagine interiore ricevuta alcuni anni addietro, proprio al passaggio tra il 2° e il 3° millenio e una grande emozione mi coglie…
Venerdì, 31 dicembre 1999, scrivo nel 3° vol. “Dalle tenebre alla Luce”
Durante la Santa Messa del mattino, vedo interiormente Gesù Risorto, solenne! La sua veste bianchissima, illumina a giorno un luogo assai buio. È come se Gesù stesse sulla soglia di una porta invisibile.
Gesù, con sorriso amorevole, attende...
Ed ecco sopraggiungere delle persone. Gesù dona a ognuna di esse una lampada a olio e le invita a entrare per la porta. Si forma così una lunga fila di persone che avanza con le lampade accese.
Ormai vedo una interminabile fila di fiammelle tremolanti, dirette verso un luogo non ben definito. Tuttavia avverto che è un passaggio obbligato, forse un sentiero che passa su di un dirupo, oltre il quale si potrebbe precipitare nel buio.
Poi, vedo che le fiammelle, danzando, prendono tutte una stessa forma che è in realtà una scritta: “Jesus”.
E così si forma una interminabile fila di scritte di fuoco:
“Jesus… Jesus… Jesus…”.
Poiché nel buio non vedo altro che queste fiammelle, ciò che mi appare interiormente è suggestivo e straordinario: Gesù, nella sua Maestà Infinita, è come acclamato da questo coro silenzioso di luce e di fuoco.
Il mio spirito è rapito da questa visione misteriosa e bellissima, mentre la Voce soave e dolce del mio Maestro dichiara:
“La luce ha il mio Nome!
Il mio Nome è la Luce!
Io sono la Luce!”
Sì, mio Signore, noi abbiamo bisogno di mantenere le lucerne della nostra fede ben accese. La fede stessa, le lucerne stesse, ci vengono donate unicamente da Te che ci indichi la strada sicura, altrimenti noi cadremo nel buio.
Il tuo Santo Nome è l’unica salvezza per gli uomini di tutti i popoli della terra.
Tu sei la Porta, oltre la quale vi è la Luce per noi.
Non c’è altra via nel mondo per raggiungere la Luce che passare attraverso la Luce.
Durante questa riflessione, la folla cresce ancora, e ora vedo che ha raggiunto una valle immensa, sconfinata, ma ancora nel buio.
Poi, davanti a tutta questa moltitudine, ancora una volta si staglia una Croce immensa, Potente, Gloriosa. E non vedo altro che questa Croce di Luce: tutto il resto all’intorno è annullato dallo splendore di questa Luce... mentre nel cuore sento una voce potente dichiarare:
“Gesù di Nazareth ha trionfato sulla morte!
Il Suo Regno è eterno!”
O Padre mio!
In un lampo improvviso di luce sulla folla, riesco a scorgere per un attimo la moltitudine alla quale mi sento profondamente unita. Non vedo più le lampade accese, ma percepisco, interiormente, che tutti siamo inginocchiati davanti alla maestà di questa Croce!
Pietà, mio Dio! Amen!
E’ l’ESODO, non più verso la terra promessa, ma … verso la “PROMESSA” : la Croce Gloriosa del “CRISTO RISORTO”!
Intanto sulla montagna intorno alla Croce, sono presenti circa 5000 persone!
Inizia la Santa Messa, celebrata dall’ Arcivescovo di Beirut: Sua Eccellenza Monsignor Boulos, Matar dell’ Arcidiocesi Maronita, e con celebrata dal Padre Farid Doumed, responsabile della Parrocchia di Baskinta, che comprende il monte Sannine, sul quale si erge la Croce; dai Superiori della Chiesa Maronita e da molti altri Sacerdoti, non solo libanesi, ma anche provenienti dalla Francia. La Croce pulsa di luci multicolori, che si espandono sulla folla, che ora riempie i prati e più giù i pendii e i sentieri, mentre un faro potente, raggiunge a cerchio i villaggi più lontani, fin sul litorale.
All’ improvviso, sale dal basso una fitta foschia, quasi una nebbia di nubi scure, che sale minacciosa verso la Croce. avvolgendone la base, creando come una voragine, nella quale è saldamente piantata la Croce Luminosa.
C’ è un attimo di apprensione, poiché pare voglia piovere…
Ora lo scenario è impressionante: chi conosce l’ Immagine della Croce Gloriosa, che il Signore donò al mio cuore, per essere la copertina dei libri: “Dalle tenebre alla Luce”, non potè fare a meno di notare l’ analogia con questa immagine, ora viva e reale.
La ceramica con l’ Immagine è là, al centro del muro in pietra che fa da sfondo alla grande Croce, Illuminata ai primi segni del tramonto.
Rimangono impressionati soprattutto Francoise e Jesus Ibanez, che mi diranno in seguito, essere colmi di emozione per aver avuto la Grazia di poter realizzare concretamente, ciò che Gesù, molti anni prima aveva annunciato nel mio cuore: la Croce Gloriosa, il Segno per eccellenza del Cristo Risorto, che viene a squarciare le tenebre del nostro mondo!
La Santa Messa, nel rito Maronita, in arabo-siriaco, è molto solenne, tutto è a maggior Gloria di Dio!
Man mano che la Parola di Dio, i canti e la musica, salgono al cielo, la nebbia come per incanto sparisce, lasciando evidente solo la luminosità e la maestà della grande Croce, sullo sfondo blu del cielo d’ Oriente al tramonto.
“Dalle tenebre alla Luce”!
Poi, al momento ufficiale della Benedizione, scoppia un battimani che ci immerge in una Realtà nuova: La Croce di tutti i Popoli, non è più una cosa, ma ora è VIVA!
Un giorno, Gesù stesso aveva dichiarato nel mio cuore:
“Ricorda! Io sono Vivo, nelle immagini a Me dedicate, quando vengo rappresentato, venerato e adorato con amore!”
La conclusione della Santa Messa è stata una vera esplosione di gioia e di allegria a Gloria di Dio!
Uno stormo di colombe bianche viene liberato come una offerta gradita al Padre, in segno di Pace, di Unità e di Riconoscenza alla Maestà creatrice di Dio!
Esse incominciano a volteggiare dentro e intorno alla Croce, alcune si posano delicate qua e la … sui tralicci bianco-azzurri, mentre dall’alto scendono sulla Croce, i mille colori dei fuochi di artificio, che vanno a fondersi e spegnersi nelle luci multicolori che danzano dentro la Croce…
L’ insieme è un vero incanto, un’atmosfera di Sogno e di Mistero…
Ringrazio ancora una volta il Signore, per il grandissimo Privilegio di essere stata presente e partecipe di un avvenimento, unico al mondo. Un avvenimento che farà la storia, non solo del Libano…
Terminata la Cerimonia, tutto il gruppo di amici libanesi e francesi e… anche io fra loro, siamo invitati al Ristorante, che ci offre, come omaggio per l’ Occasione, importante anche per la ripresa della loro economia, una cena libanese, veramente deliziosa, per continuare la grande Festa!
Questi ultimi giorni, non potrò dimenticarli mai e desidero ringraziare, i Fratelli Francoise e Jesus Ibanez, con il Padre Farid e Odile dell’ Associazione: “Testimoni dell’ Amore e della Speranza”, per questo prezioso invito e per avermi dato questa opportunità; ringrazio tutti gli amici Libanesi, che hanno reso i nostri due soggiorni in Libano, meravigliosi: Marie Joie, Rita, Eduard e Richard e infine i Sacerdoti che hanno accolto il Messaggio di Gesù, nella testimonianza dell’ Opera: “Dalle tenebre alla Luce”. Un grazie particolare, va anche a Olivier e Fabrice che hanno condiviso e continuano a condividere con me i nostri due viaggi in Libano, in ricordi che non si spegneranno mai!
14 settembre 2010
Molto presto, alle 6 del mattino, facciamo una buona colazione, tipica libanese, sulla terrazza all’ ottavo piano della casa di Marie Joie, mentre Beirut apre gli occhi al nuovo giorno.
Il Fratel Maroun, giovane religioso Maronita, figlio privilegiato dalla Vergine Maria sin dalla sua infanzia, con altri amici, sono partiti ancora a notte fonda, dal sud del Libano, oltre la città di Saida (Sidone), di cui si parla nel Vangelo con Tyr (Tiro), per trascorrere il nostro ultimo giorno insieme , di questo secondo viaggio meraviglioso in Libano. Il programma prevede un giorno dedicato ai luoghi dove nacque San Charbel: Beka Kafra, nel nord del Libano e dove trascorse i suoi primi anni di vita, per poi “fuggire”, per entrare per sempre nella vita religiosa e poi eremitica. A Beka Kafra non tornerà più, con il distacco totale ed eroico da tutte le cose terrene, del quale lui, quasi incomprensibilmente, fu capace.
Il caldo, che non è mutato di molto rispetto al mese di agosto, non riposa neppure la notte, ma a quell’ ora, il traffico incredibile di questa città, è ancora contenuto e tutto sommato si respira ancora un po’ bene, anche se… sarà per poco. Ma, noi abbiamo un bel programma che ci permetterà di salire ancora in montagna. In Libano, regione stretta tra mare e montagna, si fa molto presto ad arrivare dal litorale a ben oltre i mille metri.
Per la Santa Messa ci fermiamo al Patriarcato Maronita ed abbiamo l’ opportunità di incontrare e intrattenerci, dopo la Santa Messa, un lungo momento con il Patriarca: Uomo di Dio, semplice e profondo.
Ho la gioia di offrire a lui una Corona rossa, con la Preghiera: “Coroncina dell’ Amore”, che sua Eccellenza, accoglie con riconoscenza, e di ricevere la sua paterna Benedizione.
Poi, su su, fino al villaggio natio di San Charbel, il villaggio abitato, più alto del Libano, arroccato sulla montagna rude e selvaggia, che contribuì senza ombra di dubbio a forgiare il carattere sorprendente di Youssef Machlouf. (vedere 1° parte, 1° viaggio in Libano).
La giornata trascorre con emozione e stupore, per questi luoghi così ricchi di spiritualità e di essenzialità, poco lontano dai grandi “cedri del Libano”, decantati nei Vangeli, che portano riposo e speranza ai nostri cuori.
Dopo il pranzo, torniamo verso Beirut, visitando altri piccoli villaggi e santuari dedicati alla Vergine Maria, così tanto venerata in Libano.
Anche questa sera non riusciamo a lasciarci che a notte inoltrata, anche se domani mattina partiremo molto presto.
Di nuovo la nostalgia ci coglie… quando torneremo?
Solo Dio lo sa! Così sia!
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