domenica 5 dicembre 2010

Granelli di Senapa - il viaggio in Libano - 2^ parte

“Grani di senapa”
4° numero, seconda parte, dicembre 2010

Al convento di Klifane, oltre al corpo benedetto del Santo, Ni' matullah Al-Hardini, dimora il corpo incorrotto di un altro uomo di Dio: Il Fratel Estéphan (Stefano).

In tutto il Libano vi è ancora una grande atmosfera di festa per un grande e attesissimo avvenimento: la Beatificazione di Frère Estéphan Nehmé avvenuta di recente, il 27 giugno 2010.

Gigantografie della sua figura, con due occhi neri incredibili, e la folta barba nera, appaiono su molti dei più alti edifici, ma... entrando nel suo villaggio natio, tappezzato letteralmente da poster giganti, la bellezza del suo volto, il suo sguardo profondo e intensamente carismatico, mi colpiscono ed entrano direttamente nel mio cuore. Il suo sguardo trasmette autorevolezza e Santità! Un altro grande onore per questa terra benedetta che conserva., come stigmate, le orme reali e umane di nostro Signore Gesù Cristo, segnata ancora oggi da tante sofferenze e ingiustizie, ma scelta da Dio Padre per essere innalzata.

Le Frère Estéphan Nehmé e nato a Lehfed, villaggio della montagna libanese, nel distretto di Biblos (bellissima ed antica città, oggi molto turistica, dove nacque l' alfabeto arabo), nel mese di marzo del 1889, ma anche di lui non si conosce il giorno esatto. E anche lui viene battezzato con il nome di Youssef (Giuseppe). Questo fa pensare alla grande devozione del popolo libanese maronita a San Giuseppe. Orfano a 16 anni Youssef, nell' anno 1905 si ritira nel convento di Klifane come candidato alla vita monastica, adottando il nome di: Estéphan (Stefano). Egli, fin dall' inizio affermerà profeticamente: “Qui sono entrato e qui morirò!” come in effetti avverrà. Nel 1907 egli pronuncerà i voti definitivi e diventerà Religioso dell' Ordine Libanese Maronita.

Si rivelò molto portato per i lavori manuali ed in particolare come falegname e nei lavori dei campi. Fu uomo semplice, costante e robusto.


Fu sempre umilissimo, di retta intenzione e ripeteva c
ontinuamente:

“Dio mi vede”. Per la sua bravura fu richiesto in molti conventi, passando continuamente da uno all'altro. Nel 1938 fece ritorno, purtroppo definitivamente, nel convento di Klifane. Nel mese di agosto, lavorando nei campi, egli si sentì molto affaticato a causa del gran caldo e un colpo di calore lo fece cadere ammalato, poi sopraggiunse una febbre molto alta, ed infine una emorragia cerebrale. Egli morirà il 30 agosto 1938 all' età di soli 49 anni. Fu sepolto nel cimitero del convento di Klifane, ma nel 1951, si potè constatare che le spoglie di Frère Estéphan, erano intatte, conservando un aspetto sublime e venerabile. La nostra amica Marie Joie, ci racconta di avere, con i suoi genitori, visitato più volte, da bambina, negli anni 50-60, il convento e di aver avuto più volte la grazia di poter vedere il suo Corpo intatto. Oggi le sue spoglie sono comprensibilmente conservate in modo più protetto, poiché tutti gli innumerevoli fedeli, vorrebbero portare con sé, qualche reliquia del corpo del Beato. Frère Estéphan Ehmé è stato dichiarato Beato dal nostro Papa Benedetto XVI.

Questa giornata ci riempie totalmente il cuore e lo spirito della meravigliosa Bellezza di nostro Signore Gesù Cristo, incarnata in queste Vite, e manifestata in esse, a sua totale Immagine e Somiglianza!

Gloria a Dio! Alleluia!




Dopo le ore bellissime passate nel fresco delle montagne libanesi, riempiti di stupore per tante meraviglie, a sera scendiamo a Beirut, per incontrarci, come ogni sera per la cena, con tutti gli altri amici: Rita e Richard che solo tardi terminano il loro lavoro e Francoise e Jesus Ibanez che, dall' alba al tramonto, instancabili seguono sul monte Sannine, i tanti lavori intorno alla Croce di tutti i Popoli. Ogni sera è una festa nel condividere le nostre esperienze in un miscuglio di lingue e... qualche parola in Arabo riusciamo pure ad impararla.


13 agosto 2010

Partiamo al mattino per Baskinta, dove il Padre Farid Doumed ci attende per la Santa Messa delle ore 11, nella Chiesa Parrocchiale dedicata alla Sacra Famiglia, alla quale seguirà la testiomonianza dell' Opera del Signore: “Dalle tenebre alla Luce”. Tutto è organizzato in comunione perfetta con la realizzazione della Croce di tutti i Popoli, che ha il suo sito qui, sul monte Sannine, fa
cente parte appunto di questa Parrocchia.

Al nostro arrivo, siamo accolti con calore, anche da molti parrocchiani.

Il rito Maronita si svolge in modo un poco differente dal rito Latino, e siccome la Santa Messa è celebrata in arabo-siriaco, non ci è dato di comprendere molto e partecipare pienamente ai vari momenti della liturgia, tuttavia si percepisce una profonda solennità, soprattutto nei vari momenti della Consacrazione, che si protrae piuttosto a lungo. Prima della benedizione finale, siamo invitati, Olivier e Fabrice, Jesus e Francoise Ibanez ed io, all' ambone per la nostra testimonianza. Io parlo con il mio francese, non certo perfetto, ma comprensibile, imparato a poco a poco, in tutti questi anni con la Grazia del Signore, parlando in tanti luoghi, soprattutto di lingua francese, del mio cammino con Lui. Meditiamo insieme alcune delle innumerevoli immagini della Croce Gloriosa, ricevute in questi anni. La mia sorpresa è sentire la traduzione del Padre Farid in arabo. Gesù aveva detto un giorno: “Non solo i cristiani, ma tutti gli uomini debbono conoscere la m
ia Croce Gloriosa, perchè io verrò per tutti!” e poi ancora aveva detto: “La mia Opera andrà sempre più lontano, sempre più lontano!”

Ma, io non avevo mai immaginato che un giorno la sua Opera potesse essere conosciuta in una lingua tanto particolare come in passato il cirillico, ed ora anche l' arabo. Ma le Vie del Signore non sono le nostre vie...

I fratelli Ibanez, per la loro particolare chiamata, hanno realizzato concretamente ciò che il Cielo annunciava: la Croce Gloriosa di nostro Signore Gesù Cristo! La Croce appunto di tutti i Popoli, che il Padre Farid con i suoi Superiori dell' Ordine, hanno accolto in seno alla Chiesa Maronita, la Chiesa Orientale che è sempre stata unita a Roma, in perfetta armonia e sottomissione al Papa.

Condividendo le nostre esperienze comprendiamo sempre di più come il Signore sia l' Unico, Colui che ha una Parola sola, che non cambia mai, che non tradisce e non illude, ma se noi rispondiamo alla
sua Chiamata, Lui realizza ciò che aveva suscitato nel nostro cuore, donandoci la gioia speciale di realizzare in Lui i Suoi Progetti di Unità e di Pace.

Olivier e Fabrice, testimoniano della loro chiamata ad essere difensori e diffusori delle Meraviglie che nostro Signore opera nel mondo, con la cooperazione della Vergine Maria e di tutti i Santi, lavorando con gioia e costanza alla realizzazione della rivista: “L'Appel du Ciel”. E dal Libano faranno conoscere al mondo, la Realtà della Croce più alta del Mondo.

Condividiamo per il pranzo, tutti insieme, un simpatico spuntino alla libanese, fatto di una grande varietà di assaggini, poi nel tardo
pomeriggio, ci avviamo per visitare in un altro Convento, questa volta, una piccola-grande Santa: Suor Rafka!

La Chiesa Maronita, negli anni a cavallo tra il 1800 e 19oo, ha visto in seno all' Ordine, un vero fiorire di Santità!

Rafka nasce nel 1832 a Himlaya, nelle montagne libanesi, a circa 700 m. di altezza. Questo villaggio fu saccheggiato nel 1860, ma oggi conta un centinaio di famiglie, considerate fra le più attaccate alla loro religione e alle loro tradizioni. Gli abitanti di Himlaya sono molto fieri di aver avuto, originaria del loro villaggio, Santa Rafka. Purtroppo, come per molti altri, non si conosce il giorno esatto della sua nascita, né del suo Battesimo, poiché tutti i documenti furono bruciati durante il saccheggio. Non si conosce neppure molto dell' infanzia di Santa Rafka, ma si sa che è nata in una famiglia molto cattolica e praticante. Il suo nome di Battesimo, era Boutrossièh (Pierina). La madre morì quando lei aveva appena 7 anni e dopo poco tempo suo padre si risposò. Ella, privata tanto presto della dolcezza della presenza materna, viene preparata dal Signore ad una maternità ancor più ricca e profonda.


Gli anni della sua adolescenza saranno duri, ma ella, si rivolgerà sempre di più alla sua Mamma Celeste, la Vergine Maria. I tempi per il Libano diventano sempre più difficili, gli avvenimenti tristi si moltiplicano, si prepara una guerra civile. La sua famiglia, come tutte le famiglie maronite delle montagne libanesi, quelle montagne tanto cantate nella Bibbia, ha questa regola: “Pregare, lavorare, vivere nel timor di Dio”.

La situazione economica precipita e la ragazza non esita a trasferirsi presso una famiglia molto credente di Damasco, come domestica e fu per tutti un “modello di pietà, fedeltà e purezza”; mentre la chiamata di Dio alla vocazione religiosa si faceva sentire sempre di più. Sia da professa che da Suora, Rafka sarà un modello eccezionale di obbedienza e coerenza, anche
quando, ben presto diventerà cieca, dopo aver sofferto atrocemente, fino alla cruenta estrazione sul vivo di un occhio. Più tardi, per una infermità misteriosa, il suo corpo diventerà tutto disarticolato, procurandole dolori atroci e inenarrabili, con la conseguenza che sarà costretta per anni, alla immobilità.

Tuttavia Suor Rafka, animata da un amore ardente per Cristo, soffrì sempre senza lamentarsi, per essere più unita a Lui e partecipare così alla Redenzione del mondo. Pregava continuamente e lavorava al crochet, per non essere mai oziosa. Ella morì il 23 marzo 1914, all' età di 82 anni, nel monastero di San Giuseppe, sul colle di Jrabta.

Pas
sati ormai più di due giorni dalla sua morte, al momento del funerale, il suo corpo non esalava alcun odore putrido ed ella, pareva riposare finalmente in un sonno tranquillo e calmo, la sua figura era risplendente e luminosa. Senza dubbio la piccola Monaca maronita Rafka, è stata una persona grande, che ha segnato il suo secolo e il suo Paese. La stessa vita di Suor Rafka è stata un grande Miracolo, tuttavia molti miracoli sono avvenuti, dopo che persone ammalate, raccolta un po' di terra che ricopriva la sua tomba, impastata con dell'acqua, l'hanno spalmata sulla parte malata o ingerita. La prima persona che beneficiò di una guarigione prodigiosa, per sua intercessione, fu la stessa Madre Superiora del Convento, che amava moltissimo la cara Monaca.
Visitando la sua tomba, le persone ancora oggi, raccolgono la terra e pregano con fede la Santa Monaca.

Dopo l' introduzione della causa di
Beatificazione a Roma, a motivo della seconda guerra mondiale, l' Ordine Maronita, non ha più potuto seguire il processo. Altre numerose cause hanno portato ritardi e, non sarà che il 17 novembre del 1985 che Suor Rafka verrà dichiarata Beata da Giovanni Paolo II. La canonizzazione avrà luogo il 10 giugno 2001 a Roma, ancora Giovanni Paolo II, dichiarerà Suor Rafka: “Santa per la Chiesa Universale”.

Fu un grande onore e una grande gioia per la Chiesa Libanese Maronita e per la sua Patria: il Libano! I pellegrini accorrono numerosi alla sua tomba, costantemente ogni giorno. Ho provato tanta tenerezza nel visitare il Monastero e la tomba di questa grande Martire Libanese.

Questi giorni sono stati per m
e ricchi di Grazie dal Cielo e di innumerevoli gioie terrene, dai nostri amici Libanesi.

Il Libano è una sorpresa continua e inesauribile!

14 agosto 2010

Oggi, è il nostro ultimo giorno in Libano. Già di buon mattino, il caldo torrido è ancora più torrido, unico elemento difficile e un po' pesante per la verità, in un viaggio-pellegrinaggio meraviglioso.

A metà mattino abbiamo un appuntamento con il Frère Nour supervisore generale di Tele Lumier, emittente religiosa libanese. Entriamo in un edificio abbastanza moderno e all' interno elegante e curato. Ma eravamo di certo impreparati a questo' inc
ontro. Ci apre la porta un uomo dall' aspetto sorprendente: a piedi nudi sul pavimento, egli indossa una specie di saio in iuta color sabbia, solo legato in vita da un cordone. Il volto magro, la folta barba bianca, due occhi azzurri profondi e dolcissimi. Il suo sguardo rivela immediatamente una intelligenza spiccata.

Ci accoglie nel suo studio, ordinato ed essenziale e … lui, ascolta.

Olivier e Fabrice presentano il loro giornale, poi io, testimonio della mia esperienza con il Signore e offro a Fratel Nour, una copia dei libri in Francese. Egli accoglie tutto con un sorriso. Rimango affascinata da questo uomo dall' aspetto ascetico, e provo la profonda impressione di trovarmi di fronte ad un altro Charle de Foucol o ad un nuovo Gandi. Uscii colma di sorpresa e ancor di più quando Marie Joie, mi raccontò che il Frère Nour, noto professore, insegnò nelle
più importanti università. Vestiva in modo elegantissimo e sempre impeccabile. Ma un giorno fece un incontro straordinario con Dio. Da quel giorno regalò gli abiti eleganti e tutto ciò che aveva ai poveri, indossò il solo saio e incominciò a camminare fra la gente, a salire sugli autobus per evangelizzare in tutti gli angoli di Beirut, devastata ancora dalla guerra degli anni 70.

Fu chiamato poi a Tele Lumier per estendere la sua evangelizzazione non solo in Libano, ma anche più lontano. Porto nel cuore questo incontro edificante e pacificante.

Nel tardo pomeriggio ci avviamo alla Chiesadi Notre dame des Anges di Beirut, dove è stato organizzato un altro incontro-testimonianza, che si terrà dopo la Santa Messa prefestiva.
Rimaniamo piacevolmente sorpresi quando, raggiunta la Chiesa Francescana, vediamo affissi davanti ai cancelli e poi sul portale della Chiesa, dei grandi poster della Croce Gloriosa, con l' annuncio dell' incontro in Arabo.

Ancora una volta mi emoziono per la fedeltà del mio Gesù! Un parrocchiano che aveva già letto tutti i libri dell' Opera “Dalle tenebre alla Luce” in Francese, dal titolo: “Je suis la Rèsurrection et la Vie”, aveva preparato i poster e la “Coroncina dell' Amore” traducendola in Arabo per tutti i partecipanti. Naturalmente noi non comprendiamo una parola, ma... Gloria a Dio! La mia breve testimonianza è stata tradotta in Arabo dal Padre Charles (Carlo). E' bello sapere che ciò che Gesù annunciò al mio cuore, nonostante la mia povertà, si sta realizzando in maniera sempre più sorprendente e a mia insaputa.

Lo Spirito Santo è sempre novità di Vita! Alleluia!

Concludiamo con una ottima e abbondante cena alla libanese, a casa di una famiglia di parrocchiani, che ci invitò a nostra sorpresa, e ancora una volta l'ospitalità è squisita.

Domani partiremo presto per raggiungere l' Aeroporto e tornare in Italia, ma questa sera è impossibile andare a letto presto.
Tutti insieme per la cena, abbiamo ancora tante cose da condividere e già, la nostalgia ci coglie tutti nel cuore e pensiamo: chissà quando ci rivedremo? Non sappiamo e concludiamo con una preghiera:


“Sia fatta la Volontà di Dio!”
Il tempo è volato..., come sempre quando amiamo e ci sentiamo amati!

Il racconto del nostro primo viaggio in Libano termina qui, ed è stato bello condividere un po', con voi lettori, di questa meravigliosa esperienza.

Un altro “granello di senapa” è stato gettato... un po' più lontano, come Gesù desidera!

Appena possibile saranno inserite delle fotografie dei luoghi visitati, e poi.... continuerà con “Grani di senapa” numero 5 – 2° viaggio in Libano...

lunedì 6 settembre 2010

Granelli di Senapa - il viaggio in Libano

“Grani di senapa”
4° numero agosto 2010



Diario di viaggio in Libano

E’ il giorno 8 luglio 2010! Sono molto indaffarata a preparare i bagagli, perché domani partirò per la Spagna, dove farò, con Carmen, amica carissima degli “Apostoles de la Cruz Gloriosa”, un pellegrinaggio a Santiago de Compostela. Squilla il telefono, e un altro amico carissimo Olivier Alberici, direttore della rivista francese “Appel du Ciel”, mi comunica che sono stata invitata con lui e Fabrice, suo fedele collaboratore, in Libano, in occasione del felice esito di un progetto molto ambizioso, in onore del Cielo: la costruzione della Croce più alta del mondo!

Subito mi sento un poco spiazzata, devo ancora terminare di fare le valigie per la Spagna…. Domattina partirò presto. Ma, come fare a dire di no?

Il Libano! Dopo aver trascorso l’ anno scorso, tre giorni a Liseaux, con Suor Brigitte e Suor Laurence, in casa di un amico comune: Jean Pierre , il sogno di visitare questo Paese era entrato in me. Esse vivono in Libano in un eremo e i loro racconti mi avevano affascinata. Tuttavia non pensavo che il sogno si sarebbe realizzato tanto presto. Dico di sì… metto da parte momentaneamente le valigie per la Spagna, e corro in agenzia, a fare i biglietti Milano-Beirut per tutti e tre, dato che conviene partire dall’ Italia.

Riesco a concludere l’ acquisto dei biglietti, alle 22 di sera, ma è fatta. Ritorno finalmente alle valigie rimaste ancora da riempire. All’ indomani parto per la Spagna e sarà una vera vacanza spirituale sulle orme di San Giacomo …

9 agosto 2010:

Al mattino presto partiamo per Milano-Malpensa, dove ci aspetta l'aereo per Beirut. Ho preso con me tutti i libri in Francese e qualche Corona rossa con un po' di Preghiere: “Coroncina dell' Amore” da offrire alle persone che ci ospiteranno. La mia mente è come sospesa sull' ignoto. Non so esattamente quello che il Signore ha programmato per questo viaggio-pellegrinaggio, ma, come al solito mi abbandono a Lui, che organizza sempre tutto bene. Dall' oblò dell'aereo in fase ormai di atterraggio, scorgiamo un insieme molto esteso di grandi edifici e grattacieli: Beirut, la grande città araba del Medio Oriente è là in basso ad attenderci. Ma... , ad un certo punto, spariscono i grattacieli ed ecco il mare, il Mediterraneo. Certamente, poiché Beirut è sul mare, ma giusto alle sue spalle ci sono le montagne alte del Libano. L'aereo fa un'ultima virata ed eccoci sulla pista! L'aeroporto non è molto grande e dopo pochi minuti, ricuperati i bagagli, facciamo conoscenza con i nuovi amici che festosi ci accolgono: Marie Joie, (Maria Gioia) Il suo sorriso e i suoi occhi scuri, resi ancora più luminosi dal kachal, che contorna i bordi delle palpebre, rendono testimonianza al suo nome. I fratelli Ibanes, spagnoli di origine, ma francesi di adozione, simpatici e dinamici, che dopo aver lavorato anni, per erigere Croci Gloriose in tutti i continenti, ora hanno realizzato il grande sogno della loro vita: La Croce Gloriosa più alta al mondo: “La Croce di tutti i popoli!” L' empatia è immediata! Poi, lasciato l' aeroporto, entriamo in Beirut e ci troviamo in mezzo a quei grattacieli visti dall' aereo. Il traffico indescrivibile di Beirut ci avvolge con una varietà di sorprendenti contraddizioni che rendono la città molto vicina alla nostra Napoli: è la Napoli Libanese. Il Signore ci attende nella Chiesa moderna dedicata a Notre Dame des Anges, per la Santa Messa in francese, delle ore 18. Dopo la Messa ci viene incontro il Parroco, francescano, che parla un poco di italiano. I nostri amici parlano con lui dell' Opera “ Dalle tenebre alla Luce” e, a mia sorpresa, si accordano per un incontro testimonianza, per il sabato pomeriggio dopo la Santa Messa prefestiva. Più tardi, al ristorante, ci incontriamo con altri tre amici: Eduard, suo fratello Richard e la piccola e dolce Rita. Tutti amici per la Croce! Siamo molto stanchi, ma subito appagati da una atmosfera di amicizia e di squisita ospitalità, che, come avremo modo di constatare in seguito, è una grande qualità di tutti i Libanesi per i quali l' ospitalità è veramente sacra. I nostri ospiti, hanno fretta di presentarci Qualcuno…, troppo importante per poter attendere a domani. A notte inoltrata iniziamo a costeggiare il mare e poi a salire fino a trovarci di fronte alla maestosa statua di: “Notre Dame du Liban”.




Una lunga scala in pietra a chiocciola ci permette di salire fino al lembo del manto della Madonna, che alta e maestosa, domina e protegge un litorale stupendo di luci e riflessi meravigliosi. L' aria ora, lontano dal traffico della città, è fresca, nella notte serena e stellata e si respira meglio. Ma, la stanchezza si fa sentire e … torniamo verso Beirut, il suo traffico ininterrotto di autovetture che sfrecciano a destra e sinistra in un vero e proprio slalom impressionante... La casa di Marie Joie, accogliente, spalancata sulla città ancora iper attiva a causa del gran caldo, ci attende con i ventilatori al massimo... Dopo un abbraccio e la “buona notte”, tutti volentieri a letto.

10 agosto 2010:

Dopo una bella dormita, nonostante il caldo che non si placa neanche di notte, una bella doccia e una buona colazione, ecco che si parte. Saliamo verso il nord del Libano, lasciando il traffico di Beirut. Attraversiamo un accampamento di nomadi beduini, con le loro tende color terra bruciata che si confondono con la natura intorno un po' brulla e che è in assoluto contrasto con la modernità e il frenetico movimento del resto del paese. Poi su, alla volta del villaggio di Bechwat. Ma sulla strada, ci fermiamo, per fare visita ad un gruppo di persone, con il loro Parroco, che hanno iniziato un progetto a dir poco straordinario e unico: la realizzazione di un Rosario speciale: anche qui, il più grande del mondo! Il Libano, stato fra i più piccoli al mondo, ha progetti fra i più grandi al mondo! Un uomo, in stato di ingiusta e misteriosa prigionia, durata 40 giorni, in un carcere della Bosnia, ha visto interiormente, ispirato dallo Spirito Santo, un Rosario gigantesco, che ora sta mettendo le basi e sarà visibile da lontano e da tutti gli aerei che sorvoleranno quella zona anche di notte. Un progetto meraviglioso che prevede per ogni grano corrispondente alle Ave Maria, un grande masso di pietra scolpita e lavorata a mano, e per ogni grano corrispondente al Padre Nostro, un masso più grande con un confessionale scavato nella pietra. Sarà così un cammino di preghiera e riconciliazione molto singolare ed unico. Sicuramente fra qualche anno sarà meta di pellegrinaggi e di conversione, non solo per i libanesi, ma per tutto il mondo. Rifocillati con acqua e frutta fresca, salutiamo i nostri ospiti e proseguiaamo alla volta di Bechwatt.

Il villaggio di Bechwat, piccolo e sconosciuto fino a qualche tempo fa, è ora meta di numerosi pellegrinaggi, poiché è stato visitato prodigiosamente dalla Vergine, che precedentemente si era manifestata a Pontmain in Francia, dove ora sorge una basilica di grande bellezza. Una statua della Madonna di Pontmain, vestita di blu e tutta puntinata di stelle, era stata portata in Libano e venerata. Ella apparse ad un bambino ammalato, parlò con lui e lo guarì. Oggi esiste un Santuario, dove abbiamo partecipato alla Santa Messa, ma ormai è troppo piccolo, di conseguenza accanto ne sta sorgendo un altro molto più ampio, per poter accogliere le persone che accorrono in numero sempre crescente. Il Parroco, dell' Ordine Maronita ci apre con visibile gioia le porte... Questo luogo è molto distante da Beirut, così, nel tardo pomeriggio riprendiamo la via del ritorno.

11 agosto 2010:

Partiamo anche questa mattina di buon ora, poiché il programma è intenso. Il nostro conduttore di oggi è Eduard. Egli ha studiato a Roma per tre anni e parla piuttosto bene l' italiano, per cui nessuna difficoltà per intenderci. La sua nostalgia per l' Italia e il suo amore per la musica italiana sono manifesti. Il nostro viaggio sarà allietato dalle canzoni di Baglioni, Toto Cotugno, ecc. Prima tappa: l' Eremo di Suor Brigitte e Laurence. Non vedevamo l' ora di incontrarci. L’ Eremo sorge in montagna, ma è moderno e nella sua semplicità ed essenzialità invita alla preghiera. Le due Sorelle ci accolgono da dietro la grata che divide in due parti la cappella. Ma poi, avendo ottenuto un permesso speciale, ci aprono le porte della sala parlatorio e così possiamo riabbracciarci. Suor Brigitte, francese, artista chiamata dal Signore in modo sorprendente, lascia il mondo per seguirlo nel silenzio delle montagne del Libano, dove il suo carattere dinamico si coniuga perfettamente con il suo spirito contemplativo. allo stesso tempo. Ella accoglie tutte le persone, di qualsiasi religione esse siano, per ascoltarle, confortarle e immergerle nella preghiera silenziosa dell' Eremo. “Amma” la chiamano tutti, che in arabo vuol dire: “Madre”. Il suo motto è semplicemente: “L'Amour, l’ Amour, l’ Amour”! Insieme a Suor Brigitte vive Suor Laurence, anche lei francese, che ascoltata in Francia la testimonianza di Suor Brigitte, lascia tutto e la segue in Libano con la sua inseparabile chitarra e i suoi canti, che ora dedica unicamente al Suo Signore. Facciamo conoscenza con una postulante, tedesca, in procinto di seguire la strada dell' Eremo. Qui si respira un' aria di vera pace...

N.B. vorrei continuare a scrivere, ma, sorpresa delle sorprese…

Sono invitata a ripartire ancora per il Libano, per la Benedizione della Croce più alta del mondo, che avverrà la notte tra il 13 e il 15 di settembre, ad opera del Vescovo della Diocesi di Baskinta.

Così, quando tornerò, terminerò il diario del 1° viaggio, e continuerò con il 2° viaggio….

A tutti arrivederci, con la promessa di portare tutti con me, ai piedi della “Croce di tutti i Popoli”!

… … … CONTINUA


Ecco due foto della croce di tutti i popoli, altre informazioni le trovate segueno il questo link:

http://terre-de-dieu.monsite-orange.fr/


Verso mezzogiorno, lasciato l' Eremo, saliamo a Baskinta, cittadina situata in montagna verso il monte Sannine, ove incontriamo il Padre Farid, Maronita e Parroco della Chiesa dedicata alla Santa Famiglia. Parrocchia molto fiorente, dato che si sta costruendo una nuova chiesa molto più grande. Padre Farid è il Sacerdote che in accordo con le autorità ecclesiali della Chiesa Maronita, e le autorità civili locali, ha accolto nel territorio facente parte della sua Parrocchia, la Croce di tutti i Popoli, che appunto oggi si staglia con tutta la sua imponenza di oltre 70 metri, sul monte Sannine a quasi 1800 m. di altezza. Il Padre Farid, come tutti i Libanesi, ci accoglie con molta simpatia e ospitalità squisita. E' un Sacerdote di poche parole, ma chiare: egli incarna il "si si, no no" del Vangelo. Anche il Padre Farid, accoglie l' invito degli amici, e si organizza un incontro-testimonianza dell' Opera: "Dalle tenebre alla Luce", per il venerdì dopo la Santa Messa del mattino alle ore11. Più tardi saliamo al monte della Croce più alta del mondo, e... come è facile immaginare, solo quando mi trovo davanti alla Croce, anzi dentro la Croce, solo allora mi rendo conto della sua reale altezza: pare toccare il Cielo. E' una grande emozione e... rimango là, con il naso per aria, non so quanto tempo: non ho occhi sufficienti a contenere tanta grandezza che, certo mi parla al cuore della sconfinata, infinita, Maestà di nostro Signore Gesù Cristo, di cui, molte volte, per pura Grazia, ho fatto esperienza viva interiormente! I lavori sono ancora in corso. Gli operai, forse tutti musulmani, lavorano alacremente dall' alba al tramonto, con l' ansia di terminare ogni cosa, per l' inaugurazione, con Benedizione ufficiale, che sarà celebrata con una Messa solenne, la sera del 13 settembre, vigilia della festa della esaltazione della Santa Croce. Accanto alla Croce, sorge una minuscola ed antica Cappella dedicata a San Giuseppe. Un abitante di un villaggio poco distante, di religione Ortodossa, ha voluto offrire tutto il lavoro di restauro e di ampliamento con nuovi locali per l' accoglienza, adiacenti alla Cappella, in vista di un futuro afflusso di pellegrini, che da tutti i luoghi salranno alla Croce. La Cappella si chiamerà anche: "Cappella dell' Unità". Il Signore è grande! Al desiderio degli uomini Egli risponde con il mille per mille. Penso a quanto sarà la sua "Ricompensa" a Francoise et Jesus Ibanez, che con grande semplicità ed umiltà, e tantissimo lavoro, hanno accolto nel cuore un invito dello Spirito Santo, per dare, con l' aiuto di molte altre persone da tutto il mondo, ma soprattutto in totale armonia con la Santa Chiesa di Dio, gloria concreta e tangibile alla Croce di Cristo: Unico Segno di Salvezza per l' umanità!

12 agosto 2010:
Il Libano è terra di Santi! Questa giornata la dedichiamo alla visita dei luoghi dove sono nati o ai Conventi dove hanno vissuto alcuni di loro. Il Santo più conosciuto è San Charbel, Eremita, appartiene alla Chiesa Maronita, il cui Fondatore è San Maron. San Charbel Makhluf, nasce col nome di Joussef nel 1828 a Beqa Kafra, piccolo villaggio poco distante dalla "Valle santa": La Qadiscia", culla del monachesimo maronita nel Libano.

E'il più alto villaggio del Libano, ad una ora di distanza dai grandi cedri di Besciarre, a 1600 metri di altezza. D'inverno, la zona si ricopre di una spessa coltre di neve e cala un grande silenzio. I genitori di Joussef erano noti per la loro pieta e la loro fede. In casa Makhluf si recitava insieme ogni giorno il Santo Rosario. Joussef, come tutti i ragazzi, ben presto ebbe il compito di sorvegliare le bestie al pascolo, perciò passò fin da piccolo molte ore in solitudine. La sua compagnia preferita era un libro di preghiere..La vita eremitica ben presto diventò per lui, una seconda natura. Divenuto pofesso, fratel Charbel è inviato al monastero di Saint Cipriano di Klifane che ospitava la scuola dell' Ordine Libanese Maronita e fu discepolo del futuro santo Nimatullah Al-Hardini. Divenuto Sacerdote, il 23 luglio 1859, il Padre Charbel viene inviato al Monastero d'Annaya. Il motto che espime la pienezza,della vocazione, secondo la tradizione monastica orientale è: "essere solo con il Solo" Questo ideale resta ben vivo nel monachesimo maronita e il nostro Santo si sente chiamato alla vita di solitudine. Ma non è che nel 1875 che il Padre Charbel fu autorizzato a ritirarsi nel suo eremitaggio in seguito ad un prodigio: una lampada si illumina nella sua cella, benchè essa contenesse dell' acqua e non dell' olio. Il suo eremitaggio si trova come di consueto nelle montagne. Visitando questo luogo così austero e la sua cella di eremita, ci si rende conto del carattere determinato alla santità, di Charbel che dormiva su un duro pagliericcio ed aveva come cuscino un pezzo di tronco d' albero, e poco più per vivere. Il suo alimento era la preghiera cuore a cuore con l' Assoluto. Il 16 dicembre 1898, mentre celebrava la Santa Messa delle ore 11, al momento della Elevazione, Padre Charbel viene colto da paralisi e la sua agonia dura otto giorni. La vigilia di Natale, il 24 dicembre 1898 San Charbel rende per sempre e totalmente la sua anima a Dio! Aveva 70 anni. Fin da subito fu considerato da tutti un Santo! Dopo la sua morte il corpo di San Charbel è rimasto intatto e traspirava normalmente lasciando attoniti i medici, gli uomini di scienza e i semplici fedeli.

Un fenomeno unico nel suo genere. Si può ben dire che il suo corpo non ha conosciuto la corruzione!Questo fenomeno soprannaturale durò fino alla sua Beatificazione, avvenuta il 5 dicembre 1965, con Papa Paolo VI e 2.300 prelati riuniti a Roma per il Concilio Vaticano II. Dopo il 1965 il suo corpo si decompose semplicemente, ma non si sentì mai odore di cadavere aprendo la sua tomba, ma piùttosto un profumo aromatico. Nel 1977, quando venne riaperta la tomba, le sue carni erano interamente sparite. Non rimaneva che lo scheletro, ma totalmente intatto; le ossa come fossero fresche e per nulla deteriorate. Molti miracoli e guarigioni sono avvenuti per intercessione di San Charbel, ma i miracoli più grandi sono le innumerevoli conversioni. San Charbel è stato dichiarato "Santo" nella Basilica di San Pietro a Roma, ancora da Paolo VI, il 9 ottobre 1977. I maroniti libanesi, giunti dall' Oriente e da tutti i continenti erano circa 35.000, ma erano presenti delegazioni di tutte le confessioni anche mussulmane e 300 Cardinali e Vescovi latini giunti a Roma per il Sinodo, che non cessavano di ripetere: " Mai avevamo visto una cerimonia tanto grandiosa!" Da parte mia, non avrò dato mai sufficientemente grazie e lode a Dio, per il privilegio di visitare i luoghi da lui vissuti e sostare presso la sua tomba. La sua "presenza" è tangibile! L' olio benedetto di San Charbel, con l' incenso del Libano, che viene offerto a tutti i pellegrini che visitano la sua tomba, è molto richiesto ed è il dono più prezioso, che si porta ad amici e parenti. Ora nella mia casa custodisco preziosamente, un po' della grandezza e della Santità di San Charbel, in una reliquia del suo corpo, dono grande e insperato di un amico Religioso Libanese. Lode al Signore per il Santo Charbel!

San Charbel, benchè canonizzato per primo, fu discepolo di un' altro grande Santo Libanese: Ni'matullah Kassab Al-Hardini. Il Padre Al-Hardini venne alla luce con il nome di Youssef, nel 1808 nel villaggio di Hardine, sulle montagne al nord del Libano, a mille metri di altezza. Egli era il quarto di sei figli, quattro maschi e due femmine. Tre dei ragazzi e una delle ragazze seguirono la Vita religiosa. Fece i suoi primi studi alla scuola del Monastero Saint Antoine de Houb, appartenente all' Ordine Maronita, dove conobbe la bellezza della vita monastica, e la gioia di restare fedele alla Chiamata di Dio. Adolescente lavorerà la terra per aiutare la famiglia, ma a venti anni abbraccia la vita monastica entrando nell' Ordine Libanese Maronita. Egli si rivela molto intelligente e pio, e verrà inviato al monastero di San Cipriano di Klifane, dove si trova la scuola dell' Ordine. Fece negli studi, progressi tali da far si che gli stessi suoi compagni, fossero allo stesso tempo, suoi discepoli, che lui aiutava sempre volentieri. Nel 1833 fu ordinato Sacerdote e raddoppiò il suo zelo negli esercizi di pietà e nella pratica delle virtù. Nell' Ordine Maronita, vige la regola: "Ora et Labora". Quando aveva finito il suo lavoro materiale o intellettuale, veniva visto in Chiesa, inginocchiato, il viso coperto dal suo cappuccio, orante con ardore, compostezza ed umiltà. Fu un grande maestro e professore di teologia! Ma,iI Padre Ni'matullah Al-Hardini era noto per le sue numerose virtù. Innanzitutto per la virtù della pietà, e poi per l' obbedienza, la povertà, l'umiltà,la carità, la pazienza, la sua discrezione, il suo coraggio e infine il suo distacco. Egli era staccato da tutto, persino dai suoi parenti, incarnando le Parole del Vangelo: “ chi ama suo padre o sua madre più di me non è degno di me” (Mt, 10-37). Allo stesso modo era conosciuto per i prodigi e i miracoli che egli otteneva dal Cielo, attraverso le sue preghiere e soprattutto dopo le sue Benedizioni..
Egli morirà il 14 dicembre 1858. La sua santità, era talmente grande,che sia in vita che dopo la sua morte e ancora oggi, i maestri di novizi e i direttori delle scuole, non cessano di indicare: “il Padre Al-Hardini” come un modello da seguire. Hanno addirittura inventato un verbo: “hardana”, che in arabo significa: “diventare come Al-Hardini” Il Padre Ni'matullah Kassab Al-Hardini sarà dichiarato Beato a Roma dal Papa Giovanni Paolo II, la domenica 10 maggio 1998, anniversario della visita del Santo Padre in Libano (10 maggio 1997). Il Beato Ni'matullah Al Hardini, sarà canonizzato e dichiarato Santo per la Chiesa universale, a Roma, ancora dal Papa Giovanni Paolo II, il 16 maggio 2004. Il suo corpo è rimasto incorrotto, intatto e senza alterazioni.
Le visite dei fedeli alla sua tomba non si sono limitate ai primi anni. Il Padre Al-Hardini, ha in un certo senso, fondato una scuola di santità dentro l' Ordine. Al monastero di Klifane si registrano afflussi costanti sia di credenti che di mussulmani, sunniti, schiiti ed altri. Anche ai nostri giorni, i fedeli ricchi o poveri, notabili o gente semplice, accorrono alla sua tomba, come confermano i registri.