Cari amici,
in occasione delle prossime festività
Natalizie, insieme ai nostri migliori auguri, abbiamo pensato di
raccogliere alcuni passi significativi dell'Opera, in cui Gesù fa
specifico riferimento al Natale.
Si sta avvicinando il Santo Natale (1997)
Ho cercato di non lasciarmi prendere troppo dalle «luci» del mondo. Sento un bisogno
struggente di Gesù e, grazie allo Spirito Santo, che sento vivissimo in me,
riesco, «zoppicando», a recitare i
tre Rosari completi.
Vengo svegliata ogni notte
verso le 3,30 (stessa ora in cui feci un
sogno in Africa che solo ora comprendo), e un po’ nel dormiveglia
incomincio con i misteri della gioia.
Nel sogno la «Mamma» mi aveva mandato, da Meðugorje
due corone del Santo Rosario: una bianca e una rossa, come a Padre Massimiliano
Kolbe. Mi spiegarono poi il significato: purezza e martirio. Io le avevo
accettate entrambe!
… ma non riesco a immaginare
il piccolo Gesù!
Scorrono davanti ai miei
occhi immagini del Calvario.Le tre croci nere si stagliano su un cielo nero.
Una voce dolce e triste
ripete dentro di me:
«Tutto è compiuto!».
Sento dentro di me come un
pianto straziante: è la sofferenza del mio Gesù!
O mio dolce Signore, ancora Tu soffri perché è stato inutile. Il mondo
continua la sua folle corsa all’autodistruzione e Tu rinasci ogni anno in
questa sofferenza!
Gesù tiene il mondo tra le
mani: un piccolo mondo ormai e piange. Piange su questa umanità che neppure e
tanto meno a Natale sente la sua tenerezza!
Per tre giorni ho vissuto
con Lui queste sofferenze (non era mai successo prima), senza sapere come
alleviare la sua pena.
Avrei voluto parlarne con un
Sacerdote, ma in quei giorni il loro lavoro in confessionale, li occupava
molto. Avevo bisogno di un abbraccio... Ho sentito una forte solitudine che mi
ha unito a Gesù nel Getsemani e... vidi quella Pietra Santa, circondata da
demoni aizzati contro Gesù! Solo il sudore di sangue impediva loro di
azzannarlo!
Perché, Gesù, mi fai vedere
queste cose?
Un mattino, mentre prego il
Santo Rosario, recitando l’Ave Maria, al «prega
per noi peccatori» è come se il mio essere si fermasse. Non riesco più a
pregare, ma solo a contemplare:
Maria prende il Bambino
dalla mangiatoia, lo avvolge e lo mette fra le mie braccia.
C’è una luce paradisiaca
nella grotta e san Giuseppe sorride.
Quale gioia e quale timore:
il Figlio di Dio nelle braccia indegne della sua formichina!
Mi accosto al visino per
baciarlo, quando mi accorgo, che sulla sua fronte c’è come un livido
nero-bluastro, dal quale traspare come un foro. Scoprendo il corpicino nudo, la
stessa cosa vedo sul torace, sulle manine e sui piedini.
Non so descrivere ciò che ho
provato, ma... piangendo nel mio cuore, più che dagli occhi, lo coprii di
baci... il mio Gesù piccolo... il mio Dio!
Poi ho chiesto al neonato
Dio mio:
«Vuoi entrare nel mio cuore, anche se in questi giorni non c’è che
sangue? il sangue però è caldo!»
E lo faccio entrare nel mio
cuore e prometto:
«Piccolo mio, aggiungerò un
cuscino d’amore e una coperta di tenerezze per riscaldarti».
Lo stringo dentro di me,
mentre Maria mi saluta
«Sì, Maria!»
Come Ti fidi di me, Maria!
Affidi a questo povero cuore, Dio!
Gesù si addormenta e i
lividi mi sembrano un po’ meno visibili,
allora penso: è solo avvicinandoci
a Lui, tenendolo vicino, che possiamo capire il Mistero della sua Incarnazione:
già a Natale!... e mi sveglio, per così dire, torno alla realtà e riprendo
il mio Rosario!
Questa immagine e questa
sensazione mi hanno accompagnata fino a Capodanno.
Ora Gesù Bambino, mi si presenta ancora nudo nella
mangiatoia. Il suo corpicino è viola per
il freddo.
Maria e Giuseppe siedono
accanto a lui, a destra, nella grotta. Io li guardo stupita e loro mi invitano
con un sorriso, a prendere in braccio il piccolo Gesù.
Con timore e riverenza mi
chino sulla paglia e sento il freddo del Piccolo. Lo stringo a me e se non vedo
più i segni dei chiodi futuri, ma …sento tutto il freddo del mondo. Lo bacio e
riapro il mio cuore per accoglierlo e ….
Come
posso descrivere sufficientemente questi attimi... Non è possibile!
Amen. Alleluia!
Sia gloria a Dio nell’alto
dei cieli e pace in terra!
E Gesù Bambino si
riaddormenta, riscaldato nel mio povero (più
della grotta di Betlemme) cuore!
Ti bacio ancora, mio piccolo
Bambino!
31 dicembre 1998, Giovedì
Durante un
pellegrinaggio in Terra Santa
Betlemme.
Nella Basilica della Natività, vivo uno sgomento:
questo luogo buio, piuttosto malandato e purtroppo non troppo pulito, non può
essere più adatto a testimoniare, dopo duemila anni, la povertà in cui è nato
il nostro Re e Salvatore Gesù Cristo.
Mentre facevo la fila per poter entrare nella piccola
grotta della natività, Gesù mi sussurra:
«Qui potete chiedere a Maria
di mettere Me piccino, fra le braccia vostre,
di donarmi a voi».
Oh, io ho provato a tenere Gesù nel mio cuore e lo
desideravo tanto proprio lì dove Lui è nato! Lo comunicai a Don. G. e ad alcuni
amici che accolsero felici l’invito. Tuttavia io non vissi questa beatitudine.
Ricevetti invece questa immagine:
Vedo il trono di Erode, tutto oro zecchino. Erode
stesso vestito di oro. Ma non c’è luce. Quest’oro è, ai miei occhi interiori,
come opaco, impolverato, ossidato! Non c’è luce e io non comprendo.
Poi, vedo che, come a prolungamento di questa
immagine, se ne sta formando una seconda, sfolgorante di luce: si forma come
una grande coda di cometa: al posto della stella una culla di luce e nella
culla il Bambino Gesù, più sfolgorante della luce!
Le due immagini sono ora una di fronte all’altra e si
confondono e allo stesso tempo si contrappongono nel modo più assoluto.
Il Bambino Gesù, che viene a contrapporsi alla potenza
opaca e vana dei potenti. La Luce,
Lui, l’Aurora che squarcia le tenebre di questo mondo con la sua Luce di Verità
e di Amore!
Ora, nel mio cuore comprendo, che è troppo potente
questa Luce per chi non la ama. O abbracciamo questa Luce e ci immergiamo in
Essa lasciandoci assorbire, o non la possiamo reggere, come Erode. Poiché
questa Luce è troppo forte e folgora i nostri occhi, sporchi della superbia del
mondo!
Vieni, Signore Gesù,
vieni, Pargoletto innocente,
a squarciare le tenebre dei nostri
giorni!
Vieni, Amore mio, Amore di tutta
l’umanità.
Amen!
20 dicembre 1999, Lunedì sera
Durante la Santa Messa serale,
ricevo una nuova e tanto sublime immagine.
Vedo il Piccolo Gesù,
bellissimo, straordinariamente piccolo, come appena nato.
Penso con sgomento, al
freddo che soffrì quel corpicino. Ma subito vedo intorno a Lui una luce bianca
e azzurra, lieve, soffusa. In questa luce, la Vergine tiene il Neonato
nelle sue braccia materne.
Il Piccolo è tutto avvolto
da questa Luce, come fosse un velo impalpabile...
Sono come paralizzata di
fronte a questa scena che è assolutamente di Paradiso!
Poi il mio sguardo spazia
intorno e vedo una moltitudine incalcolabile di persone venire verso questa
Icona Celestiale, portando doni... Ci sono persone di ogni tempo… ci sono
uomini, donne, bimbi di tutte le nazionalità e che indossano i costumi più
disparati.
Non ho parole sufficienti
per descrivere la bellezza di questa scena, ma poveramente percepisco: è
l’esodo!
È l’esodo di tutta quanta
l’umanità verso quel Celeste Bambino, il Re dell’universo!
Vivo un grande contrasto nel
mio cuore... non è così il nostro Natale, non è mai stato così. Questo è un
Natale che noi non conosciamo.
È il nostro Natale futuro!
È una nuova profezia del
vero e Santo Natale!
In quel preciso momento,
vengo richiamata alla realtà intorno a me, dalla voce dei fedeli che
proclamano:
Tutti i popoli
della terra verranno
e davanti a
Lui si prostreranno!
Oh, il mio cuore non può più
contenere ciò che sto vivendo!
Gesù, Gesù mio, solo dopo il
tuo ritorno, dopo la nostra trasfigurazione, dopo la purificazione che Tu
opererai in noi, soltanto allora, noi veramente potremo vivere il tuo Natale
Eterno, nella sua Verità assoluta, come Maria e Giuseppe, come i Pastori e come
i Magi lo vissero.
Allora il tuo Natale sarà
veramente “universale“!
Sarà Natale nel cuore di
tutti gli uomini della terra!
Così sarà!
Alleluia! Alleluia!
21 dicembre 1999, Martedì
Questa mattina, ancora
durante la Santa Messa,
appena ricevuto Gesù Eucaristia, ritorna al mio cuore la stessa immagine e
sento una Voce dolcissima, ferma, inconfondibile che annuncia:
“Presto, a tutti i popoli
della terra,
verrà svelato il Mistero
della mia Incarnazione.
Io, verrò a svelarlo. Io, Io
stesso, nella mia Gloria”.
Oh, il mio spirito è
annichilito, poiché, io già sto vivendo, per purissima grazia, questo anticipo
di Paradiso, questa vera realtà del Santo Natale, come sarà quando avremo
finalmente: “cieli nuovi e terra nuova”.
O mio Signore, io non sono
degna... tuttavia grazie!
Grazie, Bambinello, mio
adorato!
Grazie, Mamma! Presto, il
tuo Cuore trionferà!
Osanna, Osanna!
Amen!
23 dicembre 1999, Giovedì
Per questo Santo Natale,
dopo aver tanto cercato, sono riuscita a trovare una statuina rappresentante il
Bambino Gesù, proprio come la desideravo.
È bellissimo il mio
Bambinello! Gli occhi azzurri sono rivolti al Cielo, le manine aperte e le
braccia spalancate, sembrano voler accogliere me e il mondo intero.
Una grande tenerezza invade
il mio cuore nel contemplarlo! E nulla mi sembra tanto bello per accogliere
degnamente il Piccolo.
Appena è entrato in casa
mia, me lo sono stretto al cuore. Poi l’ho deposto su un cuscino di pizzo,
ripromettendomi di provvedere più tardi a qualche soluzione migliore. Ma...
Più tardi, invece, Gesù
Bambino ha parlato al mio cuore:
“Oh, no, Io desidero essere
messo ancora sulla paglia!
Voglio essere ancora il
Povero tra i poveri!
Sulla paglia, mettimi ancora
sulla paglia!
Come a Betlemme!”
O mio Piccolo Signore, sono
stupita e commossa!
Sì, come Tu vuoi!
Provvederò!
Osanna! Osanna!
Amen!
24 dicembre 2000, Domenica
Vigilia del Santo Natale
Mai come in questo Anno
Giubilare, il Santo Natale mi è parso tanto lontano. Le luci per le strade
stridono ancora di più degli altri anni nel mio cuore che è più arido del
solito.
Mi
rendo conto di quanto sia difficile recepire la vera Luce in un mondo così
estraneo alla verità del Santo Natale. È qualcosa che mi fa soffrire
intimamente come ogni anno, perché tuttavia non riesco ad estraniarmi da ciò
che mi circonda.
Durante la Santa Messa di
Mezzanotte, ai miei occhi interiori, appare un’immagine che acuisce i miei
sentimenti e la mia sofferenza:
Vedo un paesaggio di
montagna totalmente ammantato di neve molto alta. Il cielo è grigio e cupo. Con
indicibile stupore vedo adagiato sul pendio, in mezzo a questa coltre immensa
di neve, un neonato quasi nudo: il mio piccolo Bambino Gesù.
Il mio cuore ha uno spasmo
di incredibile dolore e con lo sguardo cerco Maria, Giuseppe, una mangiatoia…
Ma no, non c’è nulla di
tutto questo!
C’è solamente neve… tanta
neve!…
Avverto il freddo pungente
e, superato lo stupore e l’incapacità di comprendere, vorrei correre a prendere
fra le braccia il mio Bambino.
Ma all’improvviso sento un
rumore ovattato e incomprensibile. Poi vedo scendere dal crinale della
montagna, e venire verso di noi, una carovana di lunghe slitte trainate da
renne o da bellissimi cani da slitta. Su di esse vedo sedute delle persone
riccamente vestite, tra pacchi regalo grandi e piccoli, avvolti in carte
variamente colorate.
Le slitte scivolano veloci
sulla neve, passando da un lato e dall’altro del piccolo Bambino indifeso… Io
sono ancora molto lontana e mi sento impietrita per la paura di ciò che può
succedere.
Nessuno pare aver visto il
Bambino Gesù che rischia di essere travolto inesorabilmente dall’indifferenza
di chi è troppo preso dalle mondanità. Molta neve viene sollevata al passaggio
delle slitte che, in breve, si accumula sul piccolo corpicino facendo
scomparire alla mia vista il Celeste Bambino.
Oh, il mio cuore geme…
Intanto le slitte scivolano via portando lontano i loro ignari passeggeri.
Comprendo che lo Spirito
Santo permette che io questa notte viva ancora con il Bambino Gesù il freddo
spirituale che Lo circonda.
Piccolo mio, Bambino mio!
Corro alla cieca in quel
deserto di neve. Gesù riappare agli occhi del mio cuore, là in mezzo
all’immensità di quel paesaggio che rappresenta tanto bene una realtà ancora
troppo grande: l’indifferenza degli uomini che scivolano accanto al Bambino
Gesù senza neppure vederlo.
Ricchi del mondo, ma ignari
di Dio!
Il mio cuore è triste! C’è
ancora tanto freddo intorno al Natale. Raggiungo il mio Bambino Gesù, il mio
tesoro, lo sollevo e lo stringo al mio cuore. Così finisce in me l’immagine.
Torno a casa e corro veloce
dal mio Bambinello. Oh, questa Notte non potrò lasciarlo solo! Lo porto con me
e lo pongo a dormire accanto a me nel tepore del mio amore… povero più che la Grotta di Betlemme!
Bambino mio, io ti amo!
25 dicembre 2000
Natale del Signore
Sono scivolata in un dolce sonno accanto al mio
Bambinello. Appena sveglia, l’immagine della Notte precedente, torna al mio
cuore. Ora è calato il buio su quel paesaggio di neve e ho una visione ancora
più drammatica di questa nostra realtà: il freddo e il buio che avvolgono il
Natale di questo Anno Santo!
O mio Signore!
Poi piano piano, mentre
prego la Coroncina
dell’Amore, una grande luce appare fra le tenebre.
È una luce che abbaglia,
perciò non vedo nulla; ma a tentoni, incurante del pericolo e del freddo,
avanzo verso quella straordinaria luce. Più mi avvicino meno riesco a vedere,
tanto è potente quella luce. Tuttavia è
una luce che non acceca.
Entro nella luce, ma non
vedo altro ancora che questa luce che mi circonda e mi assorbe.
Cado in ginocchio nella
luce, mentre qualcosa davanti ai miei occhi prende forma: è un presepe vivente
fatto di personaggi anch’essi di pura luce.
Ora vedo chiaramente il
Bambino adagiato sulla paglia, calda e dorata. Vedo la Vergine Maria e San
Giuseppe, mentre man mano prendono forma tutti i contorni di questa scena
celestiale. Mi rendo conto che la luce proviene da una specie di capanna fatta
di semplici frasche, aperta sulle tenebre fitte che la circondano. Poi si va
formando un’immensa Croce Gloriosa che non ha confini e le sue braccia non
finiscono da nessuna parte ma si stendono all’infinito.
Il presepe si presenta ora
nella Croce Gloriosa al punto esatto dove nel dipinto della copertina di questi
libri, è rappresentata l’umanità redenta da Cristo. Poi al centro della Croce
prende forma un’Ostia viva che pulsa di vita, sulla quale in caratteri d’oro
appaiono le iniziali della scritta: Jesus Hominum Salvator!
Il mio cuore avverte ora
tutta la forza di questa immagine che è una profezia: la gloria del Santo
Natale, la Gloria
dell’Eucaristia, la Gloria
della Croce, che avranno compimento nel ritorno glorioso di Cristo, nel trionfo
della Redenzione.
E qui, in questa immagine, è
narrata tutta la storia della nostra salvezza: l’Incarnazione del Verbo ha
aperto questa storia che è rimasta viva nella realtà dell’Eucaristia, ma che
avrà la sua pienezza nel ritorno glorioso di Cristo Gesù.
O mio piccolo
Gesù Bambino,
Ostia viva,
manifestati al
mondo intero
nella potenza
della tua Divinità.
Vieni, Gesù,
in mezzo a noi,
per sempre!
Solamente dopo il tuo Ritorno, con la vittoria della
tua Croce Gloriosa sulle potenze del male, avremo anche la vittoria del Santo
Natale sul mondo consumistico, ossia il trionfo della vera Luce sulle luci
effimere e inconsistenti che oggi ci circondano. Allora e unicamente allora,
saremo tutti pastori, tutti Re Magi in adorazione ai tuoi piedi, piccolo
Bambino mio!
E sarà la terra nuova! Sarà la nuova primavera….. e non
ci può essere primavera senza gioiosa
attesa, dopo il lungo e intenso freddo dell’inverno.
A.d.C.G.