lunedì 25 settembre 2006

25 settembre 2006

Durante la recita delle preghiere del mattino, appare ai miei occhi interiori, una immagine molto forte.

Vedo una altura completamente brulla, aspra, di terra grigia. Alla sommità della medesima, appare, come se fosse costruito da mano d’uomo, una specie di muretto lungo, rettangolare, che ne delimita la sommità, dividendo l’altura in due versanti. Non so perché, ma mi fa pensare ad un lungo, nudo altare. Gesù, che indossa una lunga tunica bianca, appare a piedi nudi, ritto su quell’altare di pietra o di marmo grezzo: non saprei esattamente.

È bellissimo! I capelli castano dorato, ondeggiano al vento; i suoi occhi bellissimi, sono occhi profondi di Dio, di Padre potente e mite al tempo stesso.

Io ora vedo contemporaneamente i due versanti di questo strano luogo.

Sul versante che appare alla mia destra, vedo salire una moltitudine impressionante di persone, armate con bastoni e attrezzature rudimentali, vocianti e minacciose contro Gesù.

La scena è raccapricciante, i volti sono cattivi, pieni di odio.

La folla inneggia tra le minacce a un loro dio.

Gesù, imponente sull’altura, non si scompone, ma con Voce possente, terribile, grida per tre volte:

 

«Io sono il Signore Dio vostro!

 Io sono il Signore Dio vostro!

 Io sono il Signore Dio vostro!»

 

Poi, con movimenti lenti e sicuri, Egli si volta verso il versante che sta alla mia sinistra, mentre quella terribile folla, come colpita da un fulmine, indietreggia piena di spavento.

Giù per il versante scosceso, un’altra scena, nella quale, al medesimo tempo mi sento farne parte: un popolo altrettanto numeroso, ma un popolo mite che, seppure ignaro di ciò che avveniva sull’altro versante, ha udito le Parole di Gesù. È un popolo mite che è lì, per andare incontro a Gesù, lo sguardo amoroso al suo Signore.

Gesù abbraccia tutti e ognuno di noi con il suo sguardo indescrivibile di Amore e, alzando gli Occhi, invita semplicemente:

 

«Preghiamo il Padre nostro che è nei Cieli!»

Così cessa in me questa significativa immagine, che mi lascia nel cuore la certezza di una profezia già fin troppo attuale, unita alla certezza che, se rimarremo con lo sguardo del cuore e dello spirito fissi in Gesù, non avremo nulla da temere: Lui è il nostro unico Dio: possente e terribile! Pieno di sollecitudine per i suoi figli!

Così sia!

Padre Nostro che sei nei Cieli…

venerdì 1 settembre 2006

1^ settembre 2006

Alcuni avvenimenti di questi ultimi tempi, mi riportano ad una esperienza che feci un anno fa, proprio in questi tempi.

Mi trovavo in Benin, ospite dei Padri Camillani, che prestano la loro Opera in un Ospedale sorto  secondo lo  stile e lo spirito di San Camillo de Lellis.

Nell’area intorno all’Ospedale, fra alberi e fiori tropicali dai colori stupendi, sorge una bella chiesa.

Ogni mattina, partecipavo alla Santa Messa, poi, mi trattenevo ancora un po’ in adorazione del Santissimo Sacramento, recitando il Santo Rosario e la Coroncina dell’Amore.

Soltanto più tardi, ritornavo, percorrendo pochi passi, alla casa dei Padri Camilliani per la colazione.

In questa casa, che ho visto sorgere insieme all’ospedale, nella mia prima visita nel 1980, è stata costruita una minuscola cappella con Gesù sempre presente nel Tabernacolo.

Passando dinnanzi alla cappella mi feci il segno di Croce.

Ma, una forza misteriosa, mi fece fermare e fui spinta ad entrare per salutare Gesù.

Mi fermo in adorazione pensando e dialogando con Gesù:

«Oh, Gesù,

 ti ho lasciato un attimo fa in chiesa,

 ma non so come spiegarmi,

è come se, questa mattina, se non fossi entrata qui,

non ti avessi ancora salutato.

Che cosa mi succede?»

E… subito sento questa spiegazione nel cuore:

 

«Figlia mia,

Io sono totalmente presente in ogni Ostia Consacrata,

come sono tutto presente

anche in qualsiasi più piccolo frammento di Ostia Consacrata.

Così, sono contemporaneamente presente

in ogni Ostia Consacrata su tutta la terra.

Io sono vivo in ogni Eucaristia!

Così, mentre Io gioisco per le vostre visite

al Santissimo Sacramento, in tanti Tabernacoli,

 contemporaneamente,

Io mi sento solo e abbandonato in tanti altri luoghi”.

 

Oh, mio dolcissimo Signore!

Sento all’improvviso,tutto il peso della mia fisicità, che mi rende impossibile sopperire a tale mancanza. Mi sento all’improvviso povera e impotente…

Avverto sensibilmente tutta la tristezza di Gesù quando è solo in un Tabernacolo.

Penso che Gesù abbia voluto che comprendessimo bene la responsabilità di ognuno di noi verso l’Eucaristia. È un grande Mistero la sua Onnipresenza e ancor di più la sua Presenza reale nell’Ostia Santa che si realizza per opera del Sacerdote.

Ministero donato dallo stesso Cristo nell’Ultima Cena, che ancora una volta Lo espone del tutto volontariamente, alla gioia dell’amore e della compagnia dell’uomo e contemporaneamente al suo disamore o semplicemente alla sua disattenzione; ai limiti propri delle sue stesse creature che non possono essere presenti a Lui in tutti i luoghi e nello stesso tempo in cui Lui è Vivo per noi.

Avverto una povertà estrema, la mia impotenza e… la mia incapacità di far mio per trasmetterlo, tanto mistero e tanta profondità, che ora per Grazia dello Spirito Santo è chiarissima in me.

Signore mio, Amore infinito, Mistero insondabile, nella solitudine dei tuoi Tabernacoli, perdona e salva i tuoi figli.

Amen!