domenica 5 dicembre 2010

Granelli di Senapa - il viaggio in Libano - 2^ parte

“Grani di senapa”
4° numero, seconda parte, dicembre 2010

Al convento di Klifane, oltre al corpo benedetto del Santo, Ni' matullah Al-Hardini, dimora il corpo incorrotto di un altro uomo di Dio: Il Fratel Estéphan (Stefano).

In tutto il Libano vi è ancora una grande atmosfera di festa per un grande e attesissimo avvenimento: la Beatificazione di Frère Estéphan Nehmé avvenuta di recente, il 27 giugno 2010.

Gigantografie della sua figura, con due occhi neri incredibili, e la folta barba nera, appaiono su molti dei più alti edifici, ma... entrando nel suo villaggio natio, tappezzato letteralmente da poster giganti, la bellezza del suo volto, il suo sguardo profondo e intensamente carismatico, mi colpiscono ed entrano direttamente nel mio cuore. Il suo sguardo trasmette autorevolezza e Santità! Un altro grande onore per questa terra benedetta che conserva., come stigmate, le orme reali e umane di nostro Signore Gesù Cristo, segnata ancora oggi da tante sofferenze e ingiustizie, ma scelta da Dio Padre per essere innalzata.

Le Frère Estéphan Nehmé e nato a Lehfed, villaggio della montagna libanese, nel distretto di Biblos (bellissima ed antica città, oggi molto turistica, dove nacque l' alfabeto arabo), nel mese di marzo del 1889, ma anche di lui non si conosce il giorno esatto. E anche lui viene battezzato con il nome di Youssef (Giuseppe). Questo fa pensare alla grande devozione del popolo libanese maronita a San Giuseppe. Orfano a 16 anni Youssef, nell' anno 1905 si ritira nel convento di Klifane come candidato alla vita monastica, adottando il nome di: Estéphan (Stefano). Egli, fin dall' inizio affermerà profeticamente: “Qui sono entrato e qui morirò!” come in effetti avverrà. Nel 1907 egli pronuncerà i voti definitivi e diventerà Religioso dell' Ordine Libanese Maronita.

Si rivelò molto portato per i lavori manuali ed in particolare come falegname e nei lavori dei campi. Fu uomo semplice, costante e robusto.


Fu sempre umilissimo, di retta intenzione e ripeteva c
ontinuamente:

“Dio mi vede”. Per la sua bravura fu richiesto in molti conventi, passando continuamente da uno all'altro. Nel 1938 fece ritorno, purtroppo definitivamente, nel convento di Klifane. Nel mese di agosto, lavorando nei campi, egli si sentì molto affaticato a causa del gran caldo e un colpo di calore lo fece cadere ammalato, poi sopraggiunse una febbre molto alta, ed infine una emorragia cerebrale. Egli morirà il 30 agosto 1938 all' età di soli 49 anni. Fu sepolto nel cimitero del convento di Klifane, ma nel 1951, si potè constatare che le spoglie di Frère Estéphan, erano intatte, conservando un aspetto sublime e venerabile. La nostra amica Marie Joie, ci racconta di avere, con i suoi genitori, visitato più volte, da bambina, negli anni 50-60, il convento e di aver avuto più volte la grazia di poter vedere il suo Corpo intatto. Oggi le sue spoglie sono comprensibilmente conservate in modo più protetto, poiché tutti gli innumerevoli fedeli, vorrebbero portare con sé, qualche reliquia del corpo del Beato. Frère Estéphan Ehmé è stato dichiarato Beato dal nostro Papa Benedetto XVI.

Questa giornata ci riempie totalmente il cuore e lo spirito della meravigliosa Bellezza di nostro Signore Gesù Cristo, incarnata in queste Vite, e manifestata in esse, a sua totale Immagine e Somiglianza!

Gloria a Dio! Alleluia!




Dopo le ore bellissime passate nel fresco delle montagne libanesi, riempiti di stupore per tante meraviglie, a sera scendiamo a Beirut, per incontrarci, come ogni sera per la cena, con tutti gli altri amici: Rita e Richard che solo tardi terminano il loro lavoro e Francoise e Jesus Ibanez che, dall' alba al tramonto, instancabili seguono sul monte Sannine, i tanti lavori intorno alla Croce di tutti i Popoli. Ogni sera è una festa nel condividere le nostre esperienze in un miscuglio di lingue e... qualche parola in Arabo riusciamo pure ad impararla.


13 agosto 2010

Partiamo al mattino per Baskinta, dove il Padre Farid Doumed ci attende per la Santa Messa delle ore 11, nella Chiesa Parrocchiale dedicata alla Sacra Famiglia, alla quale seguirà la testiomonianza dell' Opera del Signore: “Dalle tenebre alla Luce”. Tutto è organizzato in comunione perfetta con la realizzazione della Croce di tutti i Popoli, che ha il suo sito qui, sul monte Sannine, fa
cente parte appunto di questa Parrocchia.

Al nostro arrivo, siamo accolti con calore, anche da molti parrocchiani.

Il rito Maronita si svolge in modo un poco differente dal rito Latino, e siccome la Santa Messa è celebrata in arabo-siriaco, non ci è dato di comprendere molto e partecipare pienamente ai vari momenti della liturgia, tuttavia si percepisce una profonda solennità, soprattutto nei vari momenti della Consacrazione, che si protrae piuttosto a lungo. Prima della benedizione finale, siamo invitati, Olivier e Fabrice, Jesus e Francoise Ibanez ed io, all' ambone per la nostra testimonianza. Io parlo con il mio francese, non certo perfetto, ma comprensibile, imparato a poco a poco, in tutti questi anni con la Grazia del Signore, parlando in tanti luoghi, soprattutto di lingua francese, del mio cammino con Lui. Meditiamo insieme alcune delle innumerevoli immagini della Croce Gloriosa, ricevute in questi anni. La mia sorpresa è sentire la traduzione del Padre Farid in arabo. Gesù aveva detto un giorno: “Non solo i cristiani, ma tutti gli uomini debbono conoscere la m
ia Croce Gloriosa, perchè io verrò per tutti!” e poi ancora aveva detto: “La mia Opera andrà sempre più lontano, sempre più lontano!”

Ma, io non avevo mai immaginato che un giorno la sua Opera potesse essere conosciuta in una lingua tanto particolare come in passato il cirillico, ed ora anche l' arabo. Ma le Vie del Signore non sono le nostre vie...

I fratelli Ibanez, per la loro particolare chiamata, hanno realizzato concretamente ciò che il Cielo annunciava: la Croce Gloriosa di nostro Signore Gesù Cristo! La Croce appunto di tutti i Popoli, che il Padre Farid con i suoi Superiori dell' Ordine, hanno accolto in seno alla Chiesa Maronita, la Chiesa Orientale che è sempre stata unita a Roma, in perfetta armonia e sottomissione al Papa.

Condividendo le nostre esperienze comprendiamo sempre di più come il Signore sia l' Unico, Colui che ha una Parola sola, che non cambia mai, che non tradisce e non illude, ma se noi rispondiamo alla
sua Chiamata, Lui realizza ciò che aveva suscitato nel nostro cuore, donandoci la gioia speciale di realizzare in Lui i Suoi Progetti di Unità e di Pace.

Olivier e Fabrice, testimoniano della loro chiamata ad essere difensori e diffusori delle Meraviglie che nostro Signore opera nel mondo, con la cooperazione della Vergine Maria e di tutti i Santi, lavorando con gioia e costanza alla realizzazione della rivista: “L'Appel du Ciel”. E dal Libano faranno conoscere al mondo, la Realtà della Croce più alta del Mondo.

Condividiamo per il pranzo, tutti insieme, un simpatico spuntino alla libanese, fatto di una grande varietà di assaggini, poi nel tardo
pomeriggio, ci avviamo per visitare in un altro Convento, questa volta, una piccola-grande Santa: Suor Rafka!

La Chiesa Maronita, negli anni a cavallo tra il 1800 e 19oo, ha visto in seno all' Ordine, un vero fiorire di Santità!

Rafka nasce nel 1832 a Himlaya, nelle montagne libanesi, a circa 700 m. di altezza. Questo villaggio fu saccheggiato nel 1860, ma oggi conta un centinaio di famiglie, considerate fra le più attaccate alla loro religione e alle loro tradizioni. Gli abitanti di Himlaya sono molto fieri di aver avuto, originaria del loro villaggio, Santa Rafka. Purtroppo, come per molti altri, non si conosce il giorno esatto della sua nascita, né del suo Battesimo, poiché tutti i documenti furono bruciati durante il saccheggio. Non si conosce neppure molto dell' infanzia di Santa Rafka, ma si sa che è nata in una famiglia molto cattolica e praticante. Il suo nome di Battesimo, era Boutrossièh (Pierina). La madre morì quando lei aveva appena 7 anni e dopo poco tempo suo padre si risposò. Ella, privata tanto presto della dolcezza della presenza materna, viene preparata dal Signore ad una maternità ancor più ricca e profonda.


Gli anni della sua adolescenza saranno duri, ma ella, si rivolgerà sempre di più alla sua Mamma Celeste, la Vergine Maria. I tempi per il Libano diventano sempre più difficili, gli avvenimenti tristi si moltiplicano, si prepara una guerra civile. La sua famiglia, come tutte le famiglie maronite delle montagne libanesi, quelle montagne tanto cantate nella Bibbia, ha questa regola: “Pregare, lavorare, vivere nel timor di Dio”.

La situazione economica precipita e la ragazza non esita a trasferirsi presso una famiglia molto credente di Damasco, come domestica e fu per tutti un “modello di pietà, fedeltà e purezza”; mentre la chiamata di Dio alla vocazione religiosa si faceva sentire sempre di più. Sia da professa che da Suora, Rafka sarà un modello eccezionale di obbedienza e coerenza, anche
quando, ben presto diventerà cieca, dopo aver sofferto atrocemente, fino alla cruenta estrazione sul vivo di un occhio. Più tardi, per una infermità misteriosa, il suo corpo diventerà tutto disarticolato, procurandole dolori atroci e inenarrabili, con la conseguenza che sarà costretta per anni, alla immobilità.

Tuttavia Suor Rafka, animata da un amore ardente per Cristo, soffrì sempre senza lamentarsi, per essere più unita a Lui e partecipare così alla Redenzione del mondo. Pregava continuamente e lavorava al crochet, per non essere mai oziosa. Ella morì il 23 marzo 1914, all' età di 82 anni, nel monastero di San Giuseppe, sul colle di Jrabta.

Pas
sati ormai più di due giorni dalla sua morte, al momento del funerale, il suo corpo non esalava alcun odore putrido ed ella, pareva riposare finalmente in un sonno tranquillo e calmo, la sua figura era risplendente e luminosa. Senza dubbio la piccola Monaca maronita Rafka, è stata una persona grande, che ha segnato il suo secolo e il suo Paese. La stessa vita di Suor Rafka è stata un grande Miracolo, tuttavia molti miracoli sono avvenuti, dopo che persone ammalate, raccolta un po' di terra che ricopriva la sua tomba, impastata con dell'acqua, l'hanno spalmata sulla parte malata o ingerita. La prima persona che beneficiò di una guarigione prodigiosa, per sua intercessione, fu la stessa Madre Superiora del Convento, che amava moltissimo la cara Monaca.
Visitando la sua tomba, le persone ancora oggi, raccolgono la terra e pregano con fede la Santa Monaca.

Dopo l' introduzione della causa di
Beatificazione a Roma, a motivo della seconda guerra mondiale, l' Ordine Maronita, non ha più potuto seguire il processo. Altre numerose cause hanno portato ritardi e, non sarà che il 17 novembre del 1985 che Suor Rafka verrà dichiarata Beata da Giovanni Paolo II. La canonizzazione avrà luogo il 10 giugno 2001 a Roma, ancora Giovanni Paolo II, dichiarerà Suor Rafka: “Santa per la Chiesa Universale”.

Fu un grande onore e una grande gioia per la Chiesa Libanese Maronita e per la sua Patria: il Libano! I pellegrini accorrono numerosi alla sua tomba, costantemente ogni giorno. Ho provato tanta tenerezza nel visitare il Monastero e la tomba di questa grande Martire Libanese.

Questi giorni sono stati per m
e ricchi di Grazie dal Cielo e di innumerevoli gioie terrene, dai nostri amici Libanesi.

Il Libano è una sorpresa continua e inesauribile!

14 agosto 2010

Oggi, è il nostro ultimo giorno in Libano. Già di buon mattino, il caldo torrido è ancora più torrido, unico elemento difficile e un po' pesante per la verità, in un viaggio-pellegrinaggio meraviglioso.

A metà mattino abbiamo un appuntamento con il Frère Nour supervisore generale di Tele Lumier, emittente religiosa libanese. Entriamo in un edificio abbastanza moderno e all' interno elegante e curato. Ma eravamo di certo impreparati a questo' inc
ontro. Ci apre la porta un uomo dall' aspetto sorprendente: a piedi nudi sul pavimento, egli indossa una specie di saio in iuta color sabbia, solo legato in vita da un cordone. Il volto magro, la folta barba bianca, due occhi azzurri profondi e dolcissimi. Il suo sguardo rivela immediatamente una intelligenza spiccata.

Ci accoglie nel suo studio, ordinato ed essenziale e … lui, ascolta.

Olivier e Fabrice presentano il loro giornale, poi io, testimonio della mia esperienza con il Signore e offro a Fratel Nour, una copia dei libri in Francese. Egli accoglie tutto con un sorriso. Rimango affascinata da questo uomo dall' aspetto ascetico, e provo la profonda impressione di trovarmi di fronte ad un altro Charle de Foucol o ad un nuovo Gandi. Uscii colma di sorpresa e ancor di più quando Marie Joie, mi raccontò che il Frère Nour, noto professore, insegnò nelle
più importanti università. Vestiva in modo elegantissimo e sempre impeccabile. Ma un giorno fece un incontro straordinario con Dio. Da quel giorno regalò gli abiti eleganti e tutto ciò che aveva ai poveri, indossò il solo saio e incominciò a camminare fra la gente, a salire sugli autobus per evangelizzare in tutti gli angoli di Beirut, devastata ancora dalla guerra degli anni 70.

Fu chiamato poi a Tele Lumier per estendere la sua evangelizzazione non solo in Libano, ma anche più lontano. Porto nel cuore questo incontro edificante e pacificante.

Nel tardo pomeriggio ci avviamo alla Chiesadi Notre dame des Anges di Beirut, dove è stato organizzato un altro incontro-testimonianza, che si terrà dopo la Santa Messa prefestiva.
Rimaniamo piacevolmente sorpresi quando, raggiunta la Chiesa Francescana, vediamo affissi davanti ai cancelli e poi sul portale della Chiesa, dei grandi poster della Croce Gloriosa, con l' annuncio dell' incontro in Arabo.

Ancora una volta mi emoziono per la fedeltà del mio Gesù! Un parrocchiano che aveva già letto tutti i libri dell' Opera “Dalle tenebre alla Luce” in Francese, dal titolo: “Je suis la Rèsurrection et la Vie”, aveva preparato i poster e la “Coroncina dell' Amore” traducendola in Arabo per tutti i partecipanti. Naturalmente noi non comprendiamo una parola, ma... Gloria a Dio! La mia breve testimonianza è stata tradotta in Arabo dal Padre Charles (Carlo). E' bello sapere che ciò che Gesù annunciò al mio cuore, nonostante la mia povertà, si sta realizzando in maniera sempre più sorprendente e a mia insaputa.

Lo Spirito Santo è sempre novità di Vita! Alleluia!

Concludiamo con una ottima e abbondante cena alla libanese, a casa di una famiglia di parrocchiani, che ci invitò a nostra sorpresa, e ancora una volta l'ospitalità è squisita.

Domani partiremo presto per raggiungere l' Aeroporto e tornare in Italia, ma questa sera è impossibile andare a letto presto.
Tutti insieme per la cena, abbiamo ancora tante cose da condividere e già, la nostalgia ci coglie tutti nel cuore e pensiamo: chissà quando ci rivedremo? Non sappiamo e concludiamo con una preghiera:


“Sia fatta la Volontà di Dio!”
Il tempo è volato..., come sempre quando amiamo e ci sentiamo amati!

Il racconto del nostro primo viaggio in Libano termina qui, ed è stato bello condividere un po', con voi lettori, di questa meravigliosa esperienza.

Un altro “granello di senapa” è stato gettato... un po' più lontano, come Gesù desidera!

Appena possibile saranno inserite delle fotografie dei luoghi visitati, e poi.... continuerà con “Grani di senapa” numero 5 – 2° viaggio in Libano...

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